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Dalla potatura alle concimazioni. Ecco cosa non fare in inverno nell'oliveto - AgriSpeSAgriSpeS

Dalla potatura alle concimazioni. Ecco cosa non fare in inverno nell’oliveto

Le operazioni di raccolta e frangitura si sono concluse o sono in conclusione, di colpo ci si trova quasi con le mani in mano e ci potrebbe venire voglia di inforcare qualche attrezzo “fuori stagione”

L’olivo è un sempreverde ed è fondamentale gestire con molta attenzione il suo equilibrio nel periodo più freddo dell’anno, aiutarlo a riequilibrasi dopo una stagione produttiva molto difficile e veramente stressante. Avere le foglie attaccate ai rami e ancora funzionanti lo espone in modo particolare ai freddi intensi e a eventuali oscillazioni repentine di temperatura, cosa possiamo fare con la gestione agronomica per limitare eventuali danni?

Potremmo partire da una piccola analisi preliminare, rendendo ben chiaro che tutte le nostre operazioni devono essere rivolte al benessere e all’equilibrio fisiologico delle piante; gli olivi in questo duemiladiciassette hanno affrontato situazioni molto complesse ed i risultati più evidenti si sono manifestati con una produzione di olive estremamente irregolare, oltre ad un germogliamento tardivo nei mesi di settembre e ottobre, probabilmente stimolato dalle piogge di inizio settembre successive al blocco fisiologico da stress idrico e caldo dell’estate. Non è raro trovare alcuni di questi giovani germogli danneggiati dalle strizzate di freddo verificatesi in novembre.

In generale l’agricoltura è caratterizzata da una moltitudine di variabili che non possiamo gestire ed influenzare direttamente, quindi il proposito dovrebbe essere “gestiamo bene ciò che possiamo influenzare e senza creare danni”.

La potatura consiste nel tagliare rami o loro porzioni per ridurre la chioma in modo funzionale alle varie operazioni di raccolta, eliminare i rami non più (o meno) produttivi, con lo scopo di stimolare la formazione di un maggior numero di nuovi rami che dovrebbero produrre in futuro le preziose olive, a condizione di effettuarla nelle condizioni giuste. E’ vero, in campagna non possiamo aspettare il momento perfetto, ma è importantissimo agire quando le condizioni climatiche non sono completamente sbagliate, ad esempio con temperature troppo basse, che potrebbe causare danni al legno in modo ancor più accentuato in presenza di ferite (maggiori sono le dimensioni del taglio, maggiori sono i rischi); oppure con elevata umidità perché aumenta la diffusione di malattie come la rogna dell’olivo. Non dobbiamo eseguirla con troppo anticipo, visto che proprio gli sbalzi di temperatura a cui assistiamo negli ultimi anni rappresentano il pericolo più grande. Infatti la potatura rappresenta uno stimolo a produrre nuova vegetazione, che con un clima mite potrebbe venir prodotta molto in anticipo con la conseguente esposizione dei giovani e teneri germogli ad uno shock termico o peggio anche alla distruzione, con uno sbilanciamento molto drastico dell’equilibrio della pianta, che si troverà di fronte ad un inutile dispendio di energie e di gemme e nella condizione di riprendere tutto da capo.

Per questo ad esempio la pratica di “raccogliere potando” sarebbe da evitare sia da un punto di vista organizzativo che fisiologico, perchè allunga i tempi di raccolta riducendo i quantitativi di olive raccolte, ed espone le piante ai rischi sopra riportati di una potatura precoce.

Proprio la condizione di sempreverde rende l’olivo molto sensibile a trattamenti con prodotti fitosanitari in epoche troppo fredde; prodotti quali i rameici sono i primi che possono causare fenomeni di fitotossicità anche gravi sulla vegetazione, compromettendo così l’equilibrata ripresa vegetativa in primavera.

Concimazione, fertilizzazione, un po come parlare di nutrizione per noi umani, nello stesso modo dobbiamo pensare al nostro oliveto, lo dobbiamo mettere nelle condizioni opportune di poter “correre” dalla primavera in avanti e non dobbiamo farlo abbuffare prima del riposo invernale.

Nel capitolo della nutrizione potremmo valutare caso per caso l’eventuale possibilità di lavorare sull’equilibrio della pianta già dall’inverno con concimi fogliari a base di alghe o di microelementi. Come linea di principio nei prossimi mesi sarà opportuno distribuire i concimi organici che devono essere degradati nel terreno per renderne disponibili i nutrienti in primavera, sarà del tutto inutile e spesso dannoso somministrare concimi minerali azotati alle piante, che sono prontamente disponibili, in inverno. Avremo il grande rischio di perdite per dilavamento e quindi un inutile inquinamento, potremmo avere su un sempreverde come l’olivo una forte spinta a vegetare non appena le condizioni climatiche lo dovessero consentire, ma comunque in forte anticipo.

Ancor di più gli apporti di azoto devono essere molto oculati e spesso evitati quando siamo in concomitanza di potature, perché verrebbe accentuato lo stimolo ad emettere nuova vegetazione.

Naturalmente le concimazioni in primavera andranno comunque dimensionate ed eseguite sulla base di analisi chimiche confrontate con la storia produttiva ed agronomica dell’oliveto.

Quindi potrebbe essere importante utilizzare questi mesi invernali per attività più utili come la manutenzione dei mezzi e la loro conservazione in modo corretto, la verifica delle scadenze dei controlli tecniche dei mezzi, il controllo dei vari registri dell’azienda agricola, se avanza ancora tempo la lettura di un bel libro!

Di Angelo Bo

Pubblicato su Teatro naturale il 01 dicembre 2017 leggi l’articolo orginale

Angelo Bo

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